Intervista
al Signor Barone sulla Rotta dei Fenici :
A cura di Sara di Virgilio e Joel Duverne
La Rotta dei
Fenici propone una rete di siti archeologici, etnoantropologici, culturali,
naturali e di scambi culturali tra i popoli e i paesi del Mediterraneo, che
mostrano oggi le storie delle tante civiltà che l’hanno abitato, dimostrando
come il passato ci aiuti a comprendere il nostro futuro.
Abbiamo voluto
fare un’ intervista sulla Rotta dei Fenici poiché ci siamo interessati alle
attività turistiche e ludiche di questa associazione.
Joel
Duverne: Quali erano gli obiettivi della
vostra società nel 2004 quando è stata ideata?
All’inizio era un periodo di esplorazione,
sapevamo che volevamo fare un itinerario culturale del consiglio dell’ Europa,
sapevamo a cosa serviva. All’epoca era
molto più semplice, pero' non avevamo idea di quali potrebbero essere gli
effetti, se devo fare un paragone tra ieri e oggi non abbiamo cambiato nulla
nelle strategie dell’itinerario in questi
ultimi 12 anni . Lavoriamo molto di più nel settore privato attraverso i
progetti culturali attraverso la creazione di un parco naturale che vogliamo
utilizzare come strumento di finanziamento.
Sara Di
Virgilio: In che modo è finanziata
l’associazione?
In un primo
periodo erano i comuni che la finanziavano, ogni comune del Savagnono versava
delle quote anche abbastanza alte, poi c’é stata la crisi e quindi i comuni
hanno voluto eliminare queste spese . I primi progetti erano una parte del
budget, poi abbiamo avuto questa idea di sviluppare i servizi (cioè le visite
nei parchi culturali, lavorare con le scuole ecc.) considerandoli come uno strumento di
finanziamento. Pero c’è stato un cambiamento nel corso del tempo, cioè prima
erano stati pagati dai settori pubblici e adesso piuttosto dai settori privati
e quindi è diventata una vera impresa.
Joel: qual è
la cosa più gratificante per lei nel suo lavoro?
Quando la gente capisce le attività e gli obiettivi
della Rotta dei Fenici, ci ringrazia.
Sara: A quale
fascia di età appartengono le persone implicate nell'associazione?
Tutte, perchè abbiamo il servizio di
educazione che va dai 6 anni fino all’università , poi abbiamo la fascia dei
turisti che sono per lo più i seniors da 60 a 80 anni in Italia, mentre in
Spagna sono più giovani.
Joel: Qual è
la nazionalità degli stranieri che hanno tendenza a visitare questo posto turistico?
La maggior parte sono europei, e facciamo oggi
dei gemellaggi tra itinerari americani con l’Egitto perché vorremmo lavorare di
più con gli americani ma il target americano è a rischio, è un problema europeo
a causa degli attentati terroristici. Sono gli europei che vogliono soprattutto
visitare l’Europa.
Sara: Quante
persone sono implicate nel lavoro in questa associazione e quanti paesi?
In un primo periodo c’era un ufficio di direzione
centralizzato in Sicilia nel quale lavoravano 7 persone, per cui noi facevamo
tutto dall’ufficio centrale i rapporti tra la Sicilia e la Spagna e per la
Francia, poi non avendo più risorse nel 2011 abbiamo progettato di realizzare lo Smartworking, cioé il lavoro che si fa da casa ( ogni rete nazionale ha la
sua segreteria che collabora con la sede centrale in Sicilia, ufficialmente
potremmo dire che lavoravano almeno 30 o 40 persone solo negli aspetti
gestionali e molti sul prodotto turistico); dipende anche dalla
stagione.
Joel: Cosa
rappresenta l’Unesco per la vostra società?
Sabato presentiamo in Sicilia la candidatura
per l’Unesco per la Rotta dei Fenici come patrimonio immateriale, é l’Unesco
che decide la candidatura, pero noi applichiamo già le buone pratiche per
l’Unesco, la certificazione non dà secondo a me il valore alla società, però fare
parte dell’ Unesco ha dei vantaggi: per esempio ha un brand reputation, cioé un
turista che fa parte dell’ Unesco é più interessato alla rotta dei Fenici. Con
il marchio Unesco, il sito resta di qualità.
Sara: quali
sono gli eventi più importanti della vostra associazione e per quale motivo lo
sono stati?
Nel 2015 abbiamo fatto un Festival nel Palma
di Mayorca, in cui sono rappresentate attività fisiche, ludiche, e tradizioni
culturali e ristoranti che propongono piatti fenici come per esempio tutto a
base di ceci prodotto di origine fenice, la panissa a Marsiglia, la farinata a
Genova, e zuppe come i POLS con legumi, farro, grano e cereali dell’epoca, con
grano crudo, con cibo dell’ impero romano, il pane, prodotto arabo, perché i
fenici avevano le focacce, gli etruschi che mettevano il vino nel formaggio.
Vino e birra non
fermentata, non digeribile. Tutte queste cose sono metodi di Marketing.
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