martedì 21 marzo 2017

Analisi di "Chello ca veco" - Cosang





 Articolo scritto da Pierre Bougnol, Abigail McComish, Daniel Marchetti, Luca McCall .

I Co' Sang sono stati un gruppo musicale che produceva canzoni rap ed era formato da Luche (Luca Imprudente)  e 'Nto (Antonio Riccardi), sono rimasti in attivtà dal 1997 fino al 2012, quando entrambi gli artisti in comune accordo hanno deciso di intraprendere strade diverse, rimanendo comunque rapper tutt'ora sulla scena rap italiana.
Entrambi cresciuti nel quartiere di Marianella nella periferia di Napoli, si avvicinano alla musica in età molto giovane facendo delle collaborazioni con altri rapper della zona.


Solamente nel 2005 debuttano con il loro primo album ufficiale, completamente registrato e mixato in casa di Luche, il quale aveva messo da perte dei soldi per poter allestire una cabina di legno e spugna assorbente. L'album prenderà il nome di « Chi more pe mme » e conterrà quattordici tracce (più due interludi : Buonanotte Parte 1 e BuonanotteParte 2) con basi prodotte dallo stesso Luche.
Nelle tracce rappano in napoletano e trattano argomenti mai trattati prima da questo genere musicale in Italia, ovvero di com'è realmente la vita nella periferia napoletana, circondati da malavita, camorra e quindi da una criminalità tossica che colpisce tutti coloro che ci crescono.
Dopo il successo di Chi more pe mme, i Co' Sang faranno uscire il loro secondo album ufficiale nel 2009 e porta il nome di « Vita Bona ».
In questo articolo però, tratteremo un brano di Chi more pe mme : Chello Ca Veco (Quello che vedo).
Un brano che colpisce per ciò di cui i due rapper parlano, ovvero di tutto ciò che accade attorno a loro o che ha direttamente loro come protagonisti.


Questa canzone descrive la vita quotidiana nella periferia di Napoli, i due rapper criticano ciò che succede accanto a loro (che comprenda il sistema camorrista o di persone coinvolte nella malavita).
Come si può ben capire dal brano i due artisti hanno vissuto o assistito ad esperienze di vita che hanno cambiato il loro modo di vedere le cose, come ad esempio:
“Aveva detto alla mamma che tornava presto ma non sapeva che in bocca col freddo del ferro (la pistola) si gelano i denti”: Luchè riporta un accaduto che potrebbe riferirsi ad un suo amico e la frase non ha bisogno di commenti aggiuntivi visto che da sé trasmette le emozioni e la sofferenza provata. Fortunatamente, affermano i due rapper, loro hanno avuto la fortuna di non essere lasciati per strada come i loro coetanei senza essere seguiti dalle loro famiglie, entrambi riusciranno a frequentare istituti superiori e a diplomarsi. Nonostante ciò, non provenendo da famiglie benestanti, Luchè si troverà per un periodo a vendere droga per mantenersi.
I loro testi sono pregni di violenze, abusi e accaduti che prendono luogo nei Rioni (quartieri) della periferia di Napoli (Scampia,Secondigliano,Marianella), dove persone modeste sono tutti i giorni a contatto con gli spacciatori e clan camorristi che prendono in mano interi Rioni e offrono lavoro (che potrebbe essere quello di vendere droga nel garage del proprio Rione) ai giovani che fanno parte di quel ceto sociale lasciato a se stesso.
Luchè paragona il rapporto con la malavita e con la criminalità ad un rapporto di amore e odio ma di cui coloro che ne fanno parte diventano dipendenti.
“ieri due poliziotti in borghese mi vennero sotto (a distanza ravvicinata, chiedendogli informazioni su persone del sistema) in un vicolo buio, ma io non me la faccio  con le guardie (io non ho nulla da condividere con la polizia)  perciò non gliele mando addosso”. In questa frase si capisce come nonostante il soggetto in questione non abbia nulla a che fare con la malavita, decide di non collaborare con le forze dell'ordine, come se fosse una cosa inammissibile mettere nei guai una persona del sistema proprio perché essendo cresciuti in quelle zone dove la criminalità è all'ordine del giorno ha formato un certo legame con loro, che potrebbe essere di paura (visto che se si venisse a sapere che uno di loro ha collaborato con la polizia rischierebbero la vita loro come tutti i loro familiari), di rispetto o di convivenza.

“Gli sbagli portano in mano ad un uomo l’illusione di sentirsi forte” con questo intende dire che nella società dove vivono la criminalità dona loro rispetto e fa sentire loro più sicuri di sé stessi, in realtà porta loro in una strada di non ritorno, una strada sanguinosa e criminale che potrebbe far finire loro in galera nel migliore dei casi o perfino togliere loro la vita.

“La Francia si atteggia ma là non esiste sistema che paga stipendi e i peggio non stanno insieme a chi fa le leggi” questo per dire che in Francia non esiste un sistema così radicato e corrotto come in Italia, ma al contrario nel loro paese i peggio (ovvero i criminali) non collaborano con il governo.
I Co' Sang descrivono la musica come un'arma, una sorta di protesta che potrebbe cambiare le cose al contrario delle armi vere e proprie.




Testo della canzone in Italiano :

Quello Che Vedo
( L . Imprudente – A . Riccardi )
Prodotto da: Luchè
Basso e archi: Carlo Avitabile

Luchè :
Soffia su questa striscia, lascia andare il bianco al vento
Quello che vedo dietro i vetri, dietro le lenti , invecchia il tempo
Aveva detto alla mamma che tornava presto ma non sapeva che in bocca col freddo del ferro si gelano i denti
gocce rosse in mezzo ai basoli senza baci questo amore è falso
Credono che le auto riempiano le frasi /questo fumo sale a poco alla volta
Gli sbagli portano in mano ad un uomo l’illusione di sentirsi forte
devo colpire chi si fa i soldi sul mio dialetto/ figli di famiglia inquadrano la vita in una fila di firme
Quello che vedo/ anelli che entrano a stento/ femmine che pensano che la fede sia una croce di diamante/ non fidarti, se dicono presto che t’amano/ a loro piace di sentirsi la femmina di un altro/gare di champagne, cancelli scorrono infami/ finti vestono ICEBERG e ragazzi veri guardano e si cade/ e si fanno le gare a chi vale il prezzo più caro/mani alla gola manca l’aria/ ieri due scemi col guaio vennero vicino nel buio/ ma io non me la faccio con le guardie perciò non gliele mando addosso/ ma il ferro caldo dei fratelli miei già bolle…

‘Ntò :
L’acqua scende, musicanti stupidi vogliono dare un nome alla nostra roba /
Sono prostitute per i discografici, non mi preoccupo/ rione e metafore e con la verità
non mi confondo/ gli altri fanno quello che non sono/ perciò ‘Ntò parla di salumerie,
palestre, bar aperti di notte, il resto è mancia/ che marca vesti? Ce li hai
gli amici?/ I miei ognuno è qualcuno, mezzogiorno, colazioni per i
ragazzi/ compra il latte, le case sono negozi/ voglie e bisogni, quello che vedo oggi
è il risultato/ infetti dall’infanzia, la Francia si atteggia ma lì non esiste sistema
(camorristico) che paga stipendi/e i peggiori non stanno insieme a chi fa le leggi/ telefoni,
un ordine di morte parte da una barca al largo del porto/ targhe falsificate, scorte
corrotte, l’ho detto già ne “’o Spuorco”/ pupille piene di cerchioni puliti, pure io non sono
più quello di prima/ il foglio mi dà sfogo, mi voglio fare un’ arma/
Siamo umili e tranquilli, devono avere paura/ nientedimeno basta il metallo
per girare la medaglia?/ E non meravigliarti, nessuno s’altera/ ad atteggiarti è come
picchiare le donne quando/ ti fanno sentire forte perchè tremano, perchè sei tu
a dare loro i soldi che spendono, ma non lo vedi è un’ illusione?/ chiamami
dalle grate se è l’orario, parole infami e dita gialle che fumano ancora...

Testo in Napoletano :

Luchè :

Sciusc ngopp a sta strisc lasc o bianc a vient
Chell ca vec aret e vetr aret e lent invecchij o tiemp
E ritt a mamm ka turnav ambress ma nu'zapev ke mocc ko fridfd ro fierr s geln e rient
Gocc ross miez e vasl senza vas st'ammor è favz krern k'e makin regn'n e fras
Stu fumm saglij a poc a vot
E sbaglij portn man a n'omm l'illusion e s sntì fort
Aggia colpì ki s fa e sord ngopp o dialett mij bfiglij e famiglij nquadrn a vit rind a na fil e firm
Kell ca vec aniell ke trasn a stient,femmn ke pensn ka fed è na croc e diamant,nun't fidà si ricn ambress ke t'amn a lor c piac e s sentì na femmn e n'at
gar e champagne cancell scorrn nfam
favz vest iceberg wagliun o ver wardn e s car e s fann e gar a ki val o prezz kiu car man ngann ammang ll'arij
aier dui sciem ko waij vnettn a sott a rint o scur
ma ij nu ma facc ke wardij prciò nu ce mann nguoll o fierr cavr re frat mij già voll
addo stann sti cos nda l'uocchij e gl'artist italian antò ij e pisc ngap a st'incoscient

Nto :

l'acqu scenn musicant sciem vonn ra o nomm a robba nostr so zoccl pe discografic nu m preoccup
nun'è metafr è ke a vrità nu m confond l'at fann kell ka nu zong
prciò ntò parl e salumerij palestr bar apiert a nott o riest e mancij k marc viest?e tien e cumpagn?
re mij ognun è coccrun mizjorn mrend per wagliun accatt o latt e cas so negozij
voglij e bisogn kell ca vec ogg è o risultat
a Francij s'attegg ma la n'esist sistem ke pav stipendij e pegg nu stann 'ziem a ki fa e legg telefn ordin e mort part a na varc a larg ro puort targ pzzott e scort corrott l'agg ritt già indo Spuorc,
pupill kien e circhiun pulit pour ij nu so chiu kill e primm o foglij m ra o sfog
m voglij fa nu fierr simm umil e tranquill h'anna fa e vierm
nient di men n'avast o metall pa vutà a medaglij
nun't meraviglià nisciun s'altr a t'attiggià e cumm a vattr e femmn quann t fann sentì fort xkè tremmn xkè si tu a c rà e sord ke spenn ma nun o vvir è n'illusion ramnm na voc a nde canciell si è or parol nfam e det giall ke fummn ancor...

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