giovedì 24 maggio 2018

Mediterranean Hope



articolo a cura di Méline Païta


Mediterranean Hope è un progetto umanitario e sociale della Federazione della Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) che mira ad accogliere i migranti che sbarcano in Italia e ad aiutarli ad integrarsi nella società italiana.  


L'origine del progetto

Di fronte al dramma della situazione attuale nel mediterraneo la FCEI non rimane indifferente soprattutto dopo la strage del 3 ottobre 2013; un'imbarcazione libica che trasportava circa 500 migranti venuti dall'Eritrea ha fatto naufragio a poche miglia dal porto di Lampedusa provocando 368 morti. Questo evento ha suscitato molte reazioni, e vedendo la gravità della situazione la FCEI ha deciso di creare il programma Mediterranean Hope per dare una speranza di miglioramento e offrire un'alternativa nella gestione del fenomeno migratorio. Il programma è nato fra gennaio e febbraio del 2014.

I sostenitori / collaboratori
Chiesa evangelica valdese, Chiesa evangelica della Vestfalia (regione della Germania) e Chiesa riformata degli Stati Uniti.
Mediterranean Hope collabora anche con altre associazioni solidali come Proactiva Open Arms  https://www.proactivaopenarms.org/en, una ONG di Badalona (Spagna) che viene in soccorso dei profughi che arrivano in Europa.

Lo scopo

Lo scopo di MH è l'accoglienza e l'integrazione dei migranti, ma anche la realizzazione di un'azione
politica di denuncia delle violazioni dei diritti umani dei migranti e della mancanza di norme in materia di diritto d’asilo.
Mediterranean Hope vuole creare solidarietà tra i paesi europei che accolgono i profughi, incoraggiare le Chiese protestanti europee a sensibilizzare i paesi dell'Unione nella gestione del problema migratorio e convincerli della necessità di agire insieme.
Vuole che ai richiedenti asilo sia data la possibilità di spostarsi liberamente nello spazio europeo.


La struttura del Progetto (il progetto MH si struttura in 4 unità correlate):

Osservatorio di Lampedusa
L’Osservatorio aderisce all'Associazione “Lampedusa solidale” con la quale fa un lavoro di primissima accoglienza direttamente nei luoghi in cui sbarcano i migranti. Un gruppo di volontari vanno lì per dare un benvenuto umano ai nuovi arrivati.
Inoltre cura i rapporti con la popolazione dell'isola, le istituzioni locali, regionali e nazionali. e svolge un'azione di sensibilizzazione alla realtà dell'emigrazione nel mediterraneo, anche attraverso i disegni di Francesco Piobbichi, disegni che raccontano le storie della migrazione e delle persone che la vivono. A Lampedusa ci sono anche delle celebrazioni interreligiose per ricordare tragedie come quella del 3 ottobre.

Porta di Lampedusa o Porta d'Europa (monumento in memoria dei migranti che hanno perso la vita in mare    
Casa delle Culture di Scicli
È un luogo dove sono ospiti i migranti più vulnerabili (minori non accompagnati, donne incinte, giovani mamme). Qui si cerca di cancellare la paura dei migranti e di aiutarli ad integrarsi nella la città e con gli italiani grazie a delle attività interculturali e sociali con la popolazione e attività di orientamento e formazione. La Casa gode del sostegno della comunità metodista locale e di un team di educatori, assistenti sociali, mediatori culturali e volontari provenienti dall'Italia e dall'estero. La Casa delle Culture ha lo scopo di promuovere una cultura dell'integrazione.


I Corridoi Umanitari
Sono percorsi sicuri per i migranti che Mediterranean Hope ha creato negoziando con le autorità italiane e straniere. Questo progetto si è potuto realizzare grazie all'aiuto della Tavola valdese (ente rappresentante delle chiese valdesi e metodiste) e della Comunità di Sant'Egidio (associazione di fedeli cattolici fondata a Roma). Il trattato di Schengen (art.25) è la base giuridica del progetto; perché concede ai paesi Schengen la possibilità di rilasciare visti umanitari validi per il proprio territorio. Questa iniziativa permetterà l'arrivo di mille profughi in due anni. Firmato il 15 dicembre 2015 dagli enti promotori e dai ministeri degli Esteri e dell'Interno, il primo corridoio aperto in Libano ha permesso a una famiglia di profughi siriani di arrivare il 4 febbraio 2016 a Fiumicino. Il 7 novembre 2017 il progetto è stato esteso al Marocco e all'Etiopia per il biennio 2018-2019. L'iniziativa garantisce percorsi sicuri con la certezza di un sistema di accoglienza, accompagnamento e assistenza giuridico-legale, linguistica, psicologica e sanitaria ai migranti.


Relocation Desk
È un ufficio che si trova a Roma interamente finanziato dalla Chiesa evangelica della Vestafalia che aiuta i richiedenti asilo nel percorso di inserimento nella società italiana o in Europa.
Il Relocation Desk  si occupa di raccogliere le storie di vita dei migranti, verificare l'esistenza delle loro reti famigliari e personali in Europa, seguirli nel percorso della domanda di asilo, e sostenere economicamente il loro percorso. Il Relocation Desk mira a costruire una rete di solidarietà per il sostegno all'integrazione.

Casal Damiano di Campoleone
Questa struttura che si trova nelle vicinanze di Roma accoglie 23 migranti beneficiari dei corridoi umanitari e li aiuta a prepararsi all'audizione con la Commissione territoriale o, nel caso dei più piccoli, all'inserimento scolastico. Qui sono proposte diverse attività e servizi: un corso intensivo di lingua italiana, percorsi formativi e lavorativi, supporto psicologico, ecc. La struttura mira dunque ad accompagnare i migranti verso l'autonomia sociale, lavorativa e abitativa.


Un disegno di Francesco Piobbichi con il relativo commento trovato su Facebook: 
I #corridoiumanitari hanno permesso a 1000 persone in fuga dalla guerra siriana di raggiungere l'Italia in sicurezza e di essere accolte in maniera dignitosa e nel diritto. Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto questo progetto.













Per saperne di più sulle azioni di MH